venerdì 12 ottobre 2007

I Partiti non fanno più politica

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa.
La degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.
Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più.
Vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni.
Pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.
Pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale attuale sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza, proprio perché i partiti si trovano di fronte a realtà per essi finora ignote o da essi ignorate.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semmplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché i partiti possono provare ad essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.

venerdì 5 ottobre 2007

Wich side are you on?




Sono tra coloro che hanno deciso di fronteggiare il trionfo del Sistema neoliberista in quanto ha prodotto,produce ed intende produrre accelerazioni nel cambiamento che ci fanno assistere a fenomeni di ritorno all’indietro, come la precarietà del lavoro, o la maggiore povertà nelle famiglie, o il ritorno al fondamentalismo ottocentesco , o alla guerra “calda”.
Gli eccessi vengono perseguiti fondamentalmente per ragioni di profitto e stanno distruggendo il pianeta: basti pensare agli scarichi verso il cielo e alle discariche verso terra.
Sono tra coloro che hanno deciso di fronteggiare il Sistema massmediatico che determina lo svuotamento della propria individualità e del proprio Io, in quanto propone sistematicamente Leader, Guru, Maestri di vita, pronti a “liberarci dal male” o a trovarci la “giusta soluzione”, scoprendo poi (quando è tardi)che hanno mentito ed ingannato per il loro avere.
Sono tra coloro che hanno scelto (scelto nuovamente) di responsabilizzarsi chiedendosi “ cosa faccio di concreto nella quotidianità per cambiare questo stato di cose?”.
Sono tra coloro che hanno deciso (deciso ancora) di mettersi in moto, anche singolarmente , per cessare di attendere o delegare al “chicchessia”.
Il periodo di limitarsi a criticare, o attaccare, o pensare e basta è terminato, oggi tocca all’azione.
Sono tra coloro ( e non da ora) che sono contro tutte le “caste” e tra queste anche , come l’ha definita Paolo Barnard, di quelli che fanno politica una volta ogni cinque anni, e di quelli che ogni cinque anni consegnano masse di potere a pochi rappresentanti e poi si occupano solo dei fatti propri (come affidare a un bambino le chiavi del magazzino della Nutella e non controllarlo più, e poi lamentarsi che il bimbo ha finito col papparsela tutta).
I minatori inglesi, al tempo delle loro memorabili lotte, scrivevano su grandi cartelli davanti ai picchetti : wich side are you on?/ DA CHE PARTE STAI?



Eh sì....facciamo un esempio sull'opportunità di porre la domanda.
La manifestazione del 20 ottobre.
Trovo singolare e tipico di un modo di fare che non condivido più da tempo, organizzare un’azione contraria a provvedimenti giudicati inadeguati alle necessità ed alle attese di larga parte della popolazione, dopo che la “stalla è restata aperta”.
Si organizza una manifestazione contro l’accordo sul welfare Governo-Sindacati dopo il risultato del referendum indetto dai Sindacati; si organizza una manifestazione contro l’azione antipopolare delle forze che governano oggi il paese, dopo la costituzione del Partito Democratico (14 ottobre); come dire :intanto accomodatevi a continuare a fare, poi se volete ci darete un contentino.
L’ANTIPOLITICA?

LA STANNO FACENDO I PARTITI TUTTI ED I GOVERNI (nazionali e non) TUTTI, perché allontanano le persone dalla responsabilità di vivere il proprio territorio, la propria società civile, il proprio ambiente; L’ANTIPOLITICA E’ L’AUTOREFERENZIALITA’ con cui i “ragazzotti” gestiscono il governo della cosa pubblica, e la politica.
Torniamo o iniziamo a far politica, la situazione lo impone.






A chi torna o inizia a far politica, gli spedirò o consegnerò la MAGLIETTA con la scritta DA CHE PARTE STAI? Tu che leggi richiedila scrivendo a maurizio_chielli@hotmail.it, magari incontrandoci per "la via" con la maglietta addosso ci diamo la risposta senza chiedere.

Incontro


sabato 22 settembre 2007

Inceneritori



I bresciani hanno più diossina nel sangue degli abitanti di Seveso. Merito della Caffaro, ma non solo. A Brescia è in funzione l’inceneritore più grande d’Europa. Un impianto avveniristico, disegnato da fior d’architetti, con una ciminiera in tono con il colore del cielo. L’inceneritore di Brescia ha vinto un prestigioso premio internazionale. Poi si è scoperto che l’ente dispensatore del premio era sponsorizzato dalla società che ha costruito l’inceneritore. Gestito dall’Asm, la potente municipalizzata partecipata anche dall’Hopa del “capitano coraggioso” Emilio Gnutti, l’inceneritore di Brescia è una macchina da soldi e da rifiuti: per funzionare ne attrae a getto continuo, induce a produrne sempre di più. Non per nulla Brescia è una delle città meno virtuose nella raccolta differenziata.Il 5 luglio 2007 l’inceneritore di Brescia ha procurato all’Italia una sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea. Nella sentenza i giudici sottolineano che non sono state rispettate le normative comunitarie poiché il progetto di una terza linea dell’inceneritore non fu sottoposto alla preventiva valutazione di impatto ambientale e in tal modo all’opinione pubblica non fu permesso di esprimere le proprie osservazioni prima delle decisioni dell’autorità competente. Alla Corte del Lussemburgo aveva fatto ricorso la Commissione europea dopo aver avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia in cui si ravvisava la violazione delle direttive comunitarie sull’impatto ambientale e sull’incenerimento dei rifiuti.Sono andato a Brescia a intervistare Marino Ruzzenenti. Insegnante e ambientalista attivo nel comitato “Cittadini per il riciclaggio”, autore del volume “L’Italia sotto i rifiuti” (Jaca book), Marino Ruzzenenti ha seguito fin dall’inizio la vicenda dell’inceneritore di Brescia e la definisce un modello negativo, sul piano ambientale ed economico, in fatto di gestione dei rifiuti.
Il video , disponibile da una collaborazione con Arcoiris Tv, si può vedere con il seguente indirizzo:

venerdì 21 settembre 2007

I SIMEC precursori degli SCE'C di Napoli

L'esperienza di Napoli, avvenuta con il conio della nuova moneta locale cd. SCE'C, ci fa ricordare quanto ebbe a creare un certo professor Giacinto Auriti alla fine del Luglio 2000.
Questi, in qualità di fondatore e segretario del SAUS (Sindacato anti-usura), nonchè propugnatore della teoria del valore indotto per oltre un trentennio, mise in circolazione i SIMEC (simboli econometrici di valore indotto) di esclusiva proprietà del portatore; scopo di questo esperimento, era quello di verificare che i cittadini possono, per convenzione, creare il valore della moneta locale senza alcun intervento nè dello Stato nè del sistema bancario. L'obiettivo ultimo, era quello di sostituire alla sovranità illegittima della Banca d'Italia la proprietà della moneta, quale prerogativa dello Stato, a favore dei singoli cittadini; l’esperimento rappresentò già un successo rilevantissimo, perchè apportò un punto fermo in materia monetaria, ovverosia l'accertamento sul piano pratico e fattuale del principio che il valore è dato alla moneta solo da chi l'accetta (cittadini) sulla base di una convenzione, e non da chi la emette (banca).
L’operazione economica svoltasi a Guardiagrele (Ch) , ebbe una valenza ulteriore, in considerazione del fatto che fu abolita la moneta convertibile in oro ovvero la cd. riserva aurea il 15 agosto del 1971 su iniziativa del Presidente U.S.A. Richard Nixon storicamente conosciuta come l’abolizione degli accordi di Bretton Woods del 1944.
Non può dubitarsi che l'iniziativa del giurista abruzzese costituisce un importante riscontro scientifico di sociologia giuridica ed economica senza precedenti in Italia, soprattutto perché proviene da un'associazione privata (SAUS) e non da un ente dotato di potere pubblico, come potrebbe essere, se non lo Stato, il Comune. Deve anche aggiungersi che l'esperimento di Auriti sollecitò l'attenzione non solo delle forze politiche italiane, oltre che della stampa nazionale, ma anche di numerosi organi di informazione stranieri, a dimostrazione dell'interesse destato dalla nuova rivoluzionaria formula monetaria, che configurò la moneta come strumento di diritto sociale avente contenuto patrimoniale come detta l’art. 42 della costituzione al secondo comma, che riconosce la proprietà per tutti aggiungendo in piena legittimità alla sovranità politica anche quella monetaria in capo alle collettività nazionali.
Auriti realizzò il progetto in due fasi: la prima, che il professore denominò dell'avviamento, servì perché il SIMEC potesse conseguire "quel valore indotto che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di proprietà del portatore", e che lo distinse dalla moneta corrente non più soltanto formalmente, ma anche sostanzialmente. La seconda fase che consentì al Comune di "beneficiare del servizio econometrico predisposto dal SAUS, mediante un Assessorato per il Reddito di Cittadinanza, che ebbe il compito di promuovere, anche culturalmente, l'iniziativa, di controllare e attuare la distribuzione dei SIMEC tra i cittadini".
In sostanza il progetto tecnicamente parlando si sviluppò lungo questa direttrice: il cittadino si recava e cambiava il SIMEC alla pari con la lira. Poniamolo così: il cittadino depositava centomila lire (eravamo ancora alla vecchia ma molto più funzionale lira) e prendeva in cambio centomila SIMEC. I centomila SIMEC in mano alla persona che effettuava il cambio diventavano duecentomila cioè il doppio, perché il SIMEC per convenzione valeva il doppio della lira, e siccome lui l'accettava e accettava, nel contempo, anche di partecipare alla convenzione, consentiva la nascita del valore convenzionale che non ha riserva in coerenza all’abolizione della riserva aurea avvenuta con la cessazione degli accordi di Bretton Woods.
Il SIMEC era senza riserva: come, ad esempio, un francobollo d'antiquariato. Il cittadino andava dal commerciante a fare la spesa e quest'ultimo accettava i SIMEC per il doppio perché convenzionalmente valeva il doppio. Quando i cittadini, dunque andavano a fare il cambio questo avveniva per il doppio, perché tutti quanti lo accettavano per il doppio. Tutto questo risultò un vero e proprio volano per l’economia locale. Quando è entrato sul mercato il valore indotto del SIMEC è ritornato il sangue nell'economia», permettendo concretamente ai cittadini di toccare con mano la rinascita economica e sociale del paese che purtroppo crollò in virtù del sequestro dei SIMEC su disposizione della Procura di Chieti su denuncia di alcuni commercianti e notevoli pressioni esercitate dall'Autorità Economica in persona "La Banca D'Italia". Rimango comunque dell'opinione che questa iniziativa Partenope meriti una certa attenzione, poiché potrebbe concretamente trovare una sua riproposizione, su larga scala, dato che i SIMEC di Guardiagrele posti inizialmente sotto sequestro, furono successivamente dissequestrati palesando, nell’occasione, la legittimità e la credibilità di quel famoso esperimento di grande caratura come d’altronde ha dimostrato durante tutto l’arco della sua vita il Genio Auriti lottatore insuperabile del sistema bancario.

La Casta


Se vogliamo davvero sapere quale sia lo stato di putrefazione del Paese, la fonte è il libro La Casta di Stella e Rizzo. Quel libro ha venduto un milione di copie — un record di successo mai visto — eppure non ha smosso nulla. Gli italiani dovrebbero esprimere la loro protesta «razionale» continuando a comprarlo.

L'idea parte da Napoli, la moneta si chiama SCE'C, come nel film di Totò

Contro il signoraggio sono partite alcune idee, provocatorie ( mica tanto ) ma tese a sollevare diffusamente una campagna di informazione e di discussione.
In tal senso, una interessante segnalazione ci proviene da amici del Movimento di Firenze.
La propongo per quanti vogliono approfondirla.
A Napoli da più di quattro mesi circola una moneta parallela, a Roma altrettanto , altre stanno per essere immesse in tutt’Italia. Insomma un migliaio di persone in questo momento paga con euro ma anche con banconote alternative. A Napoli li chiamano scéc, da pronunciare trascinando le lettere perché è la partenopeizzazione del francesissimo cheque. A Roma, con meno fantasia, li chiamano buoni sconto ma il meccanismo è identico.Il nome «scec» l’hanno scippato a Totò che in «Miseria e nobiltà» finge di avere soldi a volontà e annuncia: «noi adoperiamo gli scèc!». Ma la goliardia alla Totò si ferma qui perché la battuta è diventata un acronimo serissimo: sta per Sconto che cammina o Simbolo Cartaceo Econometrico. A Napoli lo usano 508 iscritti, di cui 120 privati e 95 esercizi commerciali, per un totale di 31700 banconote in circolazione, il corrispettivo di oltre 30 mila euro.Il meccanismo è semplice. Ci si iscrive all’Associazione e si ottiene gratis una certa quantità di scec. Esistono banconote da quattro tagli: da 1 da 2 da 5 e da 10, realizzate prendendo come spunto le carte napoletane, precisamente l'asso, il due, il cinque ed il 10 del seme di denari. Gli Scec possono essere utilizzati negli esercizi commerciali che aderiscono all’iniziativa. L’elenco e altri dettagli li trovate sul sito www.progettoscec.com. A dare uno sguardo alla lista si scoprono commercianti di vario tipo (alimentari, sanitari, benessere personale e altro) ma anche elettricisti, idraulici, pittori, ottici, liberi professionisti. Ogni esercente o professionista decide quale sconto applicare, chi va ad acquistare presentano lo scec pagherà il prezzo pieno con lo sconto. «Chi spende risparmia - spiegano i titolari del progetto - chi vende conquisterà nuovi clienti e a sua volta potrà rispendere gli Scec che accetta presso tutti gli altri associati». Un mese dopo la nascita lo scec ha avuto la benedizione ufficiale di Beppe Grillo e ora l’iniziativa si sta estendendo in tutt’Italia. A Roma c’è EcoRoma (www.ecoroma.org) già attivo con il suo circuito di negozi, artigiani e professionisti dove andare con i Buoni Spesa dell’associazione. Stanno studiando l’operazione moneta alternativa anche gruppi di Amici di Grillo di Firenze, Vicenza e Trieste. Esperimenti identici (progetto Tau e progetto Thyrus) sono presenti a Lucca e a Terni.
Credo proprio che meriti un approfondimento e chissà anche qualche cosa di più.

ORSO & TORO

Orso e toro sono i due animali che raffigurano i due opposti andamenti di borsa, l’orso per il trend al ribasso ed il toro per il trend al rialzo. La rappresentazione dei cicli di borsa con questi due animali deriva proprio dai due verbi inglesi “to bear” e “to bull” che significano rispettivamente ribassare e rialzare.
Perché gli orsi sono in letargo ed i tori stanno scorazzando liberi?
Non siamo esperti e ci auguriamo che qualcuno ce lo spieghi.
Sappiamo semplicemente che le borse del mondo scimmiottano l’andamento di Wall Street, se continuano a salire gli indici statunitensi allora continueranno a salire pure gli altri.
Ma,ricordiamo che in USA lo scenario economico non è affatto rincuorante, anzi si potrebbe tranquillamente definire in prossimità ad un baratro finanziario senza precedenti, con famiglie indebitate ai massimi storici e multinazionali legate alle sorti delle grandi banche d’affari per il ricorso alla speculazione ed indebitamento valutario. Il mercato immobiliare statunitense sta mietendo vittime sulla strada a causa di innumerevoli stati di insolvenza finanziaria.
Il mercato reale è stato drogato da un fiume di liquidità a basso prezzo che ha sostenuto i consumi, le medie imprese e le famiglie stesse, che hanno potuto così continuare a consumare anche se non ne avevano più le possibilità.
Casualmente (si fa per dire) lo stesso fenomeno è avvenuto anche in Italia ! La crescita è fatta con i debiti e non sul risparmio; si spende perché qualcuno presta il denaro per farlo, spesso senza le opportune garanzie. Ma molto presto questo sconsiderato comportamento, sia da parte delle istituzioni finanziarie che dalle famiglie, chiederà il conto: aspettiamoci pertanto brutte sorprese.
In più l’euro è molto forte, inaspettatamente troppo forte: la divisa europea consente alle aziende europee di acquistare materie prime a prezzi particolarmente più favorevoli e di non risentire eccessivamente il peso del rialzo del petrolio (che si paga in dollari). Le aziende statunitensi invece riescono ad ottenere risultati notevoli sfruttando la debolezza della loro valuta grazie alla convenienza (per loro) delle esportazioni. Vi è pertanto un momentaneo (quasi passeggero) stadio di evoluzione degli scambi commerciali che sembra favorire quasi tutti, ma che purtroppo non potrà durare.
Non è pensabile durare molto con un economia debole ed una moneta molto forte.
C’è da aspettarsi l’inferno.

mercoledì 19 settembre 2007

Marina di Grosseto - Gestione della spiaggia

18 Settembre 2007 : sollecitati da Soci del Movimento e residenti, abbiamo preso metro,carta,penna,macchina fotografica e...gambe per verificare direttamente la situazione. Cosa è emerso?


1) La segnaletica verticale indicante i perimetri delle concessioni, che dovrebbe essere curata dal pubblico, non sempre è presente. Quando lo è , una volta si trova posizionata alta, una volta bassa, quasi mai alla distanza giusta dalla riva del mare e mai allineata. Insomma i cartelli sembrano "gettati lì", come dire ....toh! li ho messi.

2) Le sdraie e gli ombrelloni quasi sempre oltrepassano il confine delle concessioni invadendo lo spazio di spiaggia libera o arrivando a meno di 5 metri ( come previsto dalla legge ) dalla riva del mare
3) La spiaggia libera è, oltretutto, occupata dalle strutture di avvistamento, che dovrebbero essere al servizio sì dei bagnanti, ma garantito da coloro che hanno le concessioni...o no! In questo caso non si comprende perchè tali "vedette, devono essere posizionate nella spiaggia libera, riducendone non soltanto in termini assoluti la dimensione, ma anche in termini indiretti, visto che la struttura scelta per le "vedette" è così voluminosa e "piena" da oscurare la vista ed il sole per decine di metri.
4) In qualche caso tra una concessione e l'altra, contrariamente a quanto sancito dalla legge,non c'è lo spazio dedicato alla spiaggia libera.
5) In qualche caso l'area dedicata alla spiaggia libera è occupato da ombrelloni "ben fissati" e posti a monte del mare, cioè all'accesso.....come dire...."qui non c'è trippa" per coloro che cercano la spiaggia libera.
6) Le distanze tra una concessione e l'altra, non si capisce il perchè, è "variabile": 10,20 metri-18 metri, poi 12,50 metri,21,37 metri eccetera. Potrebbe rappresentare un utile suggerimento agli accaniti giocatori del lotto quello di invitarli nella spiaggia di Marina tra una concessione e l'altra, per ricevere, chissà, la magia dei numeri.
IN CONCLUSIONE : l'è tutto da rifare.
Come si evince dalle foto, le regole non sono rispettate a danno diretto della spiaggia libera. Inoltre tutto sembra essere "costruito" ad arte per costituire deterrente a chi invece vuole, a volte perchè non può economicamente, andare lì a godersi il bel sole ed il bel mare maremmano.
Noi pensiamo tra le altre cose, che non solo i cittadini così vengono privati di un bene e di un diritto, ma che perdiamo come territorio una grande occasione.
Perchè?
Perchè riteniamo che la forza dell'offerta turistica delle nostre spiagge stia anche nell'offrire, accanto a spiagge ben attrezzate-organizzate-pulite gestite dagli imprenditori concessionari dell'arenile, anche spiagge libere ben organizzate-attrezzate-pulite.
Organizzate attraverso il rispetto delle norme segnalandole come previsto;
attrezzate con bagni pubbici,presa di acqua potabile,docce pubbliche;
pulite dal servizio di raccolta rifiuti gestito dal Coseca.
Diamo un segnale ai turisti italiani e stranieri che qui in Maremma non solo abbiamo il miglior mare, ma anche la migliore gestione delle spiagge nel rispetto di tutti.
Questione culturale?, economica?, politica?, ...poco importa, ad ognuno la responsabilità di scegliere e valutare.
Attraverso il nostro Consigliere Tania Amarugi, inoltreremo in tutte le sedi opportune la documentazione per richiedere che la situazione riscontrata non si ripeta più a partire dalla prossima stagione estiva.

Meetup Amici di Beppe Grillo di Grosseto


Nel Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Grosseto, si è aperta una discussione su Liste sì-Liste no, leggendo alcuni commenti ho ritenuto utile inserire il seguente punto di vista:

Ritengo, mentre prosegue il dibattere sul tema inerente Liste sì-liste no, utile ragionare anche sulla opportunità di promuovere non solo un incontro tra gli Amici di Beppe Grillo di Grosseto, ma anche tra le numerose persone che ieri ed oggi hanno sentito e sentono che è necessario occuparsi della Politica. Infatti la Politica o si fa o si subisce, e non necessariamente si fa solo con i partiti o liste, così come non necessariamente ci sono amministratori amici a priori. Il degrado causato dalla "casta", impone a tutti la scelta tra il riappropriarsi del diritto di occuparsi della Polis o subire l'agire di chi occupa la Polis. Sono nato a Grosseto e ci sono ritornato nel novembre 2005 dopo esserne fuggito. Ho avuto tessera di Partito che ho onorato con passione-onestà-impegno; dal risultato di primarie libere fatte nel 1988 fui inserito in una lista elettorale che concorse alle elezioni comunali di Grosseto, eletto consigliere e assessore sino al 1993 e poi vicepresidente della Provincia sino al 1995, anno in cui ho lottato contro la casta per la corruzione morale che manifestava nel rincorrere i "posti" a fini personali. Messo all'indice per questo, la delusione mi ha fatto tacere per 12 anni. Qualche mese fa, constatato che i danni procurati dalla casta erano continuati e continuavano, ho sentito il dovere di scegliere di rioccuparmi della Polis, partecipando alla costituzione del Movimento per il Bene Comune. Assieme a Tania Amarugi ed altri del Movimento per il Bene Comune (http://benecomune.blogspot.com)abbiamo/ gestito il tavolo di raccolta firme in Piazza del Sale del V-Day. Ho raccontato ciò per rispondere alla domanda che si pone Giuseppe Truglia sulla opportunità o meno di interloquire con chi ha avuto anche solo una tessera di Partito. L'azione contra il degrado della Casta , ieri credetemi molto più dura perchè "donchisciotti", è in piedi da anni e non è ammissibile oggi di contrapporre alla casta dei politici, la costruenda casta dei "puri". Concordo con il Medico milanese oggi a Grosseto: attenzione a buttare via con l'acqua sporca anche il bambino.

lunedì 17 settembre 2007

Lo stomaco gode della sua funzione a parità di condizioni con tutte le membra



Invierò una cartolina con su scritto l’apologo di Menenio Agrippa che spiegò l'ordinamento sociale romano metaforicamente paragonandolo ad un corpo umano, nel quale tutte le parti sono essenziali e, brevemente, ammise che effettivamente se le braccia smettessero di lavorare lo stomaco non si nutrirebbe, ma ribatté che ove lo stomaco languisse, le braccia non riceverebbero la loro parte di nutrimento.


"Olim humani artus, cum ventrem otiosum cernerent, ab eo discordarunt, conspiraruntque ne manus ad os cibum ferrent, nec os acciperet datum, nec dentes conficerent. At dum ventrem domare volunt, ipsi quoque defecerunt, totumque corpus ad extremam tabem venit: inde apparuit ventris haud segne ministerium esse, eumque acceptos cibos per omnia membra disserere, et cum eo in gratiam redierunt. Sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent."

La invierò al Sindaco, al Presidente della Provincia, al Presidente della Regione, ai Parlamentari eletti nella mia circoscrizione, al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Repubblica.

Destra e Sinistra....se ci siete battete un colpo!


Su il Sole-24 Ore di domenica 16 settembre, il giornalista Piero Ignazi, racconta i contenuti del nuovo libro di Michele Salvati, per intenderci colui che nel Foglio del 10 aprile 2003 pubblicò l’Appello per il Partito Democratico.
Nel libro, che comprerò per capirne di più, si fa una analisi della società italiana che non si è orientata verso i valori fondanti del liberalismo.
Scrive Ignazi sintetizzando il Salvatipensiero : “ A destra è stata inscenata una parodia dei principi liberali sul canovaccio italico-anarcoide ( faccio quel che mi pare e non scocciatemi con tutte queste regole ) poi anche piegati a derive populiste e plebiscitarie. A sinistra c’è stato l’entusiasmo dei neofiti ( D’Alema ), coniugato però con l’incapacità di dare corso conseguente e coerente a quelle nuove acquisizioni, forse ancora acerbe o mal digerite. E comunque ostiche a una fitta schiera di compagni di strada.
Come denunciava Gobetti, e poi nel dopoguerra Ernesto Rossi, l’Italia è tuttora preda delle consorterie, delle rendite, delle baronie, dei cartelli, dei monopoli. La liberazzazione degli scambi e l’ingresso nel Mercato Comune Europeo, tanto osteggiati dalla destra confindustriale quanto dalla sinistra sindacale, erano già allora, negli anni ’50, granelli di rivoluzione liberale. Sul terreno economico l’Italia è stata trascinata all’apertura solo grazie al suo ancoraggio all’Unione Europea; è stata costretta a liberalizzarsi perché obbligata dai vincoli comunitari, mai moti proprio. E lo stesso vale per il debito pubblico, raddoppiato negli allegri anni 80 dei Governi Spadolini-Craxi-De Mita e avviato in seguito a contenimento solo per poter rimanere in Europa.
C’è ancora bisogno di liberalizzare nell’economia italiana per poter dare finalmente status al cittadino consumatore e utente. Il sistema economico va indirizzato a soddisfare le esigenze del cittadino, e non di questa o quella categoria: deve diventare universalista. E l’unico strumento di questa universalizzazione è il mercato veramente libero, cioè senza privilegi, né rendite, né nicchie, né eccezioni. Ne discende che una sinistra moderna, di cui il PD vuole essere l’incarnazione, avendo nel suo gene la tensione verso l’uguaglianza, non può che implementare le regole del mercato cioè diventare liberale.
La Sinistra italiana dovrà quindi farsi carico di ciò che non ha fatto la destra. Ciò comporta, inevitabilmente farsi del male, litigare con parti del suo corpo politico che recalcitra a pagare i prezzi della mancata e incompiuta modernizzazione di questo Paese.
Questo impegno non annulla, come molti temono o auspicano, la distinzione tra destra e sinistra perché la sinistra, sostiene Salvati, coltiva un’insopprimibile tensione all’uguaglianza: quella tensione che i liberali di destra e i conservatori, comprensibilmente, vogliono tenere a freno per la continua erosione dello status quo nella distribuzione del potere e della ricchezza che essa produce. Quella tensione che, invece, la sinistra riformatrice vuole utilizzare e incanalare, per spingere la democrazia effettivamente esistente a traguardi più avanzati, ma realistici e non contraddittori con l’ispirazione liberale”.


Francamente mi piacerebbe conoscere cosa ne pensano gli elettori ed i militanti di destra e di sinistra, e forse tra qualche giorno seguendo i giornali lo scoprirò, ma da uomo rozzo nella praticità delle analisi politiche, mi viene da dire che stando così le cose, non avremo con l'evoluzione di PD-Margerita da una parte e Forza Italia-AN-Lega Nord dall'altra, destra e sinistra, bensì liberali ugualitari e liberali moderati?

Quindi hanno ragione coloro che dicono che si sono aperti spazi a destra ed a sinistra da riempire, ma con cosa?

L'unico elemento di certezza , pare, la liquefazione dell'antica impostazione tutta italiana che legava i valori della religione cattolica con un Partito politico.

Quindi, per metterla in battuta, non moriremo democristiani, ma liberali?


Come la penso io lo dirò la prossima occasione, magari rispondendo a qualche commento di chi ha il piacere di leggere questo Blog.

sabato 15 settembre 2007

Torri Eoliche

NAVINGANDO , ABBIAMO TROVATO QUESTI DUE INTERESSANTI NOTE CHE INVITIAMO A LEGGERE IN QUANTO FORNISCONO INFORMAZIONI E ANCHE SUGGERIMENTI PER LA QUESTIONE INERENTE LE TORRI EOLICHE DI ROCCALBEGNA.

Il kw più pulito è quello che non si consuma - 31-8-07
di Marco Niro - Megachip
L'entroterra molisano ha il fascino del territorio incontaminato. Terra povera, in senso stretto. Dura da coltivare, tanto lavoro e poca resa. Industrie? Rare come le macchie di verde in questa torrida estate, per lo più colorata di giallo arido, quando non di nero fumo. Turismo? Pressoché assente. Lo sviluppo non è mai davvero arrivato, qui, sulle colline molisane. Ed è questo che ha lasciato la natura a uno stato ancora “selvaggio”. E' il bello di questa terra. Ma perché vi dico tutto questo?
Non perché io abbia origini molisane, ed ogni estate torni in Molise, a Lucito, paesino di nemmeno mille anime in provincia di Campobasso, dove sono nati i miei genitori e vivono i miei quattro nonni. O almeno, non ve lo dico solo per questo.
Ve lo dico perché, nelle campagne dove gli altri anni udivo solo qualche aratro in lontananza e il resto erano voci della natura, quest'anno, con mia grande sorpresa, ho sentito il rumore di “lavori”. Lavori “veri”, con grande movimento di mezzi e materiali. Lavori da Grande Opera. Proprio qui, nelle campagne dove fino a ieri passavano solo i pastori e le loro greggi, lungo il tratturo, la via sterrata della transumanza, che congiunge l'Abruzzo alla Puglia. Cosa stava succedendo?
E' proprio a lato del tratturo che verrà sollevata la prima grande pala eolica. Poi sarà la volta delle altre 16. Il parco eolico verrà costruito dall'Edison sul territorio del Comune di Lucito, nella sua zona più ventosa, a 800 metri sul livello del mare. Dove sorgerà l'impianto, oggi ci sono solo un agriturismo, qualche masseria, una cappella e i resti di una chiesa diroccata dell'anno 1000. Nemmeno una strada asfaltata, solo stradine sterrate. E il tratturo, naturalmente. Nelle giornate più limpide, da lassù si può vedere il mare di Termoli, lontano 50 chilomentri. Si tratta di uno dei posti più belli di tutto il Molise.
L'impatto paesaggistico delle pale sarà notevole. Una sorta di squarcio moderno in un paesaggio pre-moderno. Un fatto come questo deve fare riflettere.
In futuro, l'energia utilizzata dovrà, in quote sempre maggiori, essere pulita e rinnovabile. Su questo siamo ovviamente d'accordo. Ma ha senso preoccuparsi di questo prima di essersi preoccupati di educare al risparmio energetico? I lampioni di Lucito utilizzano ancora lampade tradizionali, e lo stesso accade nelle case. La bioedilizia è sconosciuta, le case sono piene di spifferi. Il trasporto pubblico lascia miseramente a desiderare. I soli comportamenti ambientalmente sostenibili sono quelli ante litteram che i vecchi hanno ereditato dal mondo pre-moderno dal quale provengono, dove lo spreco era bandito. Ma i vecchi stanno morendo, e le nuove generazioni nascono con scarsa o nulla consapevolezza rispetto a problemi ambientali come il surriscaldamento climatico.
Inoltre, va rilevato che, anche volendo investire nella produzione energetica pulita e rinnovabile, non tutti gli investimenti sono uguali. Il parco eolico di Lucito costerà un milione di euro. Quanti piccoli impianti solari fotovoltaici si sarebbero potuti installare sui tetti delle abitazioni del paese, generando un minore impatto paesaggistico e soprattutto permettendo una produzione diffusa di elettricità? Quella dell'impianto eolico, invece, sarà una produzione accentrata – e in questo ancora tradizionale – che, dopo i primi tre anni necessari ad ammortizzare la spesa sostenuta, frutterà all'Edison profitti.
L'episodio molisano ci ricorda che il kilowattora più sostenibile è quello risparmiato. E, in aggiunta, che non tutti i kilowattora puliti e rinnovabili sono uguali. Lo si tenga presente prima di riempire di parchi eolici ogni zona ventosa della penisola.

Cara Megachip,[con una risposta di Marco Niro]
scrivo per correggere qualche dato contenuto nell'articolo “Il kw più pulito è quello che non si consuma”. non corretto.
a) Posto che è verissimo che il miglior chilowattora è quello risparmiato, e che è verissimo che in Europa si potrebbe, e sarà necessario, risparmiare un 20% dell'energia attualmente sprecata da abitazioni "sprecone", lampade tradizionali, addirittura piani cottura elettrici (un vero massacro energetico in una nazione che brucia combustibili fossili per produrre elettricità), posto tutto questo, purtroppo non basterà. Il petrolio aumenterà sempre di prezzo, e la gente che oggi non ha una lavapiatti (il 60% delle famiglie europee ancora non ce l'ha) la vorrà, come l'aria condizionata in molti uffici e abitazioni. Perciò è fatidico che anche in presenza di (speriamo) consistenti risparmi energetici si vada verso un aumento per via dell'incremento di apparecchi installati.
b) Per quello che ne so, difficilmente il parco eolico costerà solo 1 milione di euro. Con 16 mulini a vento installati, sicuramente saranno almeno 16 milioni di euro, ma probabilmente di più (i mulini costano 1 milione l'uno i più piccoli, fino a 2,5 /3 milioni l'uno i più grandi).
c) 16 mulini da 1 megawatt l'uno producono ogni anno, considerando una ventosità media (e sembra che sul posto ce ne sia molto, di vento), 32.000 megawattora. Per ottenere la stessa produzione di energia da pannelli fotovoltaici servirebbero oltre 100.000 pannelli fotovoltaici da 200 watt l'uno, con una superficie occupata pari a circa 400.000 m2 (ovvero 40 ettari), e un investimento complessivo di circa 100 milioni di euro. Questi dati sono ottenuti moltiplicando per 32 un preventivo per la realizzazione di un parco fotovoltaico per la produzione di 1.000MWH/anno, dove servono 3800 pannelli con un investimento di 4,5 milioni di euro e una superficie occupata pari a 12.000m2. E' evidente quindi che le grandezze non sono confrontabili. I MULINI possono produrre, economicamente, energia in concorrenza con centrali termiche che bruciano combustibili fossili, sfruttando una porzione limitatissima del territorio e con investimenti ragionevoli. I pannelli possono AIUTARE, dove non c'è vento, e dove c'è molto sole, e dove ci sono tetti a disposizione, fornendo l'energia che serve ad una abitazione o a un condominio. Ma bisogna anche sempre tenere conto che un mulino a vento restituisce l'energia servita per produrlo in meno di dieci anni, mentre un pannello fotovoltaico ci mette vent'anni. Attenzione! Nulla contro i pannelli fotovoltaici, anzi serviranno ASSOLUTAMENTE anche questi, ma in base alle tecnologie attuali è IMPROPONIBILE pensare a produrre energia in quantità considerevoli con i pannelli, che occuperebbero ettari ed ettari di terreno (i tetti non basterebbero che in minima parte), e sono improponibili i confronti sui COSTI di produzione. INFATTI ci sono attualmente parecchie imprese che investono privatamente nella realizzazione di impianti eolici, NESSUNA che realizza impianti fotovoltaici su grande scala (cioè per produzioni di 1000 MWH/anno e più).
d) Infine, un appunto sulla produzione accentrata/decentrata. la produzione di energia eolica è oggi presidiata in massima parte da operatori che NON fanno parte del "club" dei grandi produttori di energia (ENEL/EDISON/etc). E' un dato di fatto, sarà perchè i grandi non ci hanno creduto, perchè l'hanno ritenuta una minaccia, ma si stanno svegliando solo ora. Ed è così in tutto il mondo. Cordiali saluti Luca Salvi

Risponde l'autore dell'articolo Marco Niro.
"Ringrazio il lettore delle sue osservazioni. La diversità di interpretazione del problema risiede nel diverso modo di concepire i bisogni. Il lettore dà per scontato che tutti vorranno avere una lavastoviglie o l'aria condizionata. E magari anche che tutti gli abitanti del pianeta vorranno avere un automobile. L'errore è questo. Ritenere che i consumi debbano aumentare sempre di più, che il consumistico stile di vita occidentale debba "naturalmente" estendersi a chiunque oggi non vi si attenga. Il risparmio energetico non è solo un fatto tecnologico, ma anche, soprattutto, culturale. Il cambiamento deve avvenire nella mente di tutti noi. Quando capiremo di poter fare a meno di certi consumi - sì, anche della lavastoviglie e dell'automobile! - allora credo potrà bastare una produzione energetica pulita e rinnovabile, senz'altro anche eolica, che sappia però evitare lo scempio di territori dal grande valore paesaggistico".
Marco Niro
NON ENTRIAMO NEL MERITO, CI SEMBREREBBE NON UTILE IN QUANTO OGNUNO HA BISOGNO DI FARSI UNA OPINIONE PRIMA DI SCEGLIERE, MA AFFERMIAMO DUE COSE:
1) visto l'innegabile impatto paesaggistico, è mai possibile fare interventi "spot" ( sei torri qui, otto più su, 10 la, eccetera )senza un filo conduttore? I Governi locali( comuni,provincie,regioni) e quello nazionale, quando si decideranno a fare un piano nazionale indicante le zone in cui mettere le torri se proprio necessarie?
2) mancano le superfici dove collocare per i pannelli? Ma mettiamoli sopra i tetti delle attività industriali ed artigianali dando come contro partita agli imprenditori che concedono il diritto di superficie , un abbattimento dei costi energetici. Così otteniamo milioni di metri quadri di superficie per il fotovoltaico, salvando il paesaggio, ed un grosso aiuto a chi fa impresa. Ma ci vuole tanto ?

DIARIO SETTIMANALE di attività - 10,15/09

Lunedi 10 :Partecipazione Assemblea su progetto Torri Eoliche a Roccalbegna; Mercoledi 12 :incontro UDC per adesione iniziativa di abrogazione Legge regionale; Venerdi 14: incontro LAV per adesione iniziativa Sì al Circo ma senza animali.

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14 settembre 2007 - Stilato da Tania Amarugi per il Movimento per il Bene Comune, Fulvia Perillo per il Forum dei moderati e da Unico Rossi per Sinistra Demcratica un documento congiunto con cui si stigamtizza la coincidenza degli orari (oltrechè del giorno) della riunione sia della 3^ che della 4^ Commissione, inquantochè impedisce la partecipazione ad entrambe ad i g.c. con 1 consigliere in violazione dello disposizioni Statutarie dell'Ente e nonostante disposizioni impartite dal Segretario Generale.
14 settembre 2007 - pervenuto avviso riunione Commissione Pari Opportunità per il 20 Settembre 07 ore 15,30 (stesso giorno della seduta del Consiglio Com.le) con questo O.D.G.:
  1. approvazione verbale
  2. comunicazioni dell'ufficio di Presidenza
  3. Stato di avanzamento lavori dei 3 gruppi
  4. Definizione titolo e modalità relative alla tavola rotonda sul lavoro dei gruppi
  5. Stato di avanzamento della proposta di trasmissione del video "Youth for Human rights international" nelle TV locali
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